Dopo i Mondiali si torna a casa più ricchi…oltre il valore delle medaglie

“Apro gli occhi. Sono le 6.18 ora italiana.
Ci metto un po’ a capire dove sono. Il primo automatico pensiero è che devo alzarmi, mettermi la tuta dell’Italia e scendere dagli altri per fare colazione con la squadra, come ogni mattina.
Dopo poco realizzo che invece oggi no, non è così. Sono a casa, nel mio letto. Il senso di vuoto è fortissimo. Sono a casa, ma non capisco bene cosa vuol dire.
Quando si vive qualcosa di così intenso, non si torna mai uguali a come si è partiti. Le persone, con i loro volti, i loro caratteri e le loro unicità, sono entrate a far parte della tua vita e vi hanno lasciato qualcosa di loro. Che non importa quanto tempo hai passato con loro, ma ‘quale’.
Gli obiettivi condivisi, la determinazione per raggiungerli, la passione, il supporto reciproco, l’affetto dimostrato, i sorrisi, i pianti, la cura e l’attenzione verso l’altro, l’amicizia, la gioia, l’entusiasmo verso la vita e le emozioni vissute in campo e fuori.
Sono tutti segni che rimarranno indelebili dentro di me.
Sono a casa, ma quando torni da un’esperienza del genere casa la senti un po’ più grande. Casa non è un appartamento, una villa, un palazzo, una città. Sono a casa, ma forse a casa ci sono sempre stata.
Quando aspetti con ansia per un anno e mezzo l’arrivo di qualcosa e poi quella cosa finalmente arriva, ti scombussola, ti emoziona, ti assorbe, e poi all’improvviso finisce, il senso di vuoto è inevitabile. Non resta quindi che ringraziare tutti coloro che hanno fatto parte di questa avventura e sperare di essere riuscita a lasciare anche tu un segno positivo nelle loro vite, come loro hanno fatto con te”.

 

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