La storia di Roberto è quella di un grande guerriero che non ha mai smesso di lottare con tutte le sue forze. Roberto nasce il 26 marzo del 1989, con i suoi 4kg di peso era perennemente affamato e sempre sorridente verso il mondo che lo circondava – racconta la mamma.
All’età di sei mesi il vaccino obbligatorio somministratogli creò una reazione avversa e da li iniziò la strada in salita: Il coma e l’intervento delicato alla testa.
Il percorso negli anni è stato duro e faticoso, grandi difficoltà nel relazionarsi con gli altri e nell’apprendimento. Le difficoltà però, non erano solo quelle di Roberto, ma anche di noi familiari e di tutti coloro che stavano a contatto con lui – prosegue la mamma; gli insegnanti non trovavano il giusto metodo d’approccio nell’insegnamento e i compagni di scuola, prima bambini poi ragazzi, non lo accettavano come compagno di gioco ma come oggetto di scherno e maltrattamenti, perchè considerato “diverso”. Roberto dimostrava di non dare peso a questa situazione, anzi pensava che subire tutto ciò era il modo giusto per farsi accettare; una situazione, questa, che si è protratta fino all’età di 18 anni.
Terminata la scuola superiore, inizia per Roberto un nuovo percorso: si iscrive all’Albafor di Albano, un corso riservato ai ragazzi con disabilità. Acquisisce autonomia e autostima. Qui conosce Raffaele che gioca a calcio in una squadra, Team Special Olympics “Albano Primavera” e lo invita ad una partita. Roberto, orgoglioso di potersi mettere in gioco e di voler imitare i suoi idoli calcistici entra a far parte della squadra. Acquisisce più fiducia in se stesso e le relazioni interpersonali migliorano di gran lunga.
Special Olympics gli permette di sentirsi impegnato, di allenarsi, di partecipare ad eventi sportivi per vivere forti emozioni. Ha l’opportunità di conoscere altre disabilità oltre alla sua e di relazionarsi anche con persone senza disabilità intellettiva, partner e volontari, sentendosi accettato e quindi una parte integrante del mondo.
Roberto ha già vissuto un’esperienza sportiva internazionale, infatti, già nel maggio dello scorso anno, ha partecipato ai Giochi Special Olympics di Tblisi, In Georgia: un’emozione unica per lui! L’esser stato scelto tra tanti lo ha fatto sentire molto importante al punto da far sì che tutti i suoi conoscenti lo sapessero. Oltre alla gioia, provava anche preoccupazione; innanzitutto perché doveva affrontare per la prima volta un viaggio così lungo e importante lontano dalla sua famiglia così come il dover imparare a gestire tutto da solo, la valigia e i cambi da indossare giorno per giorno.
Special Olympics il prossimo luglio gli regalerà un’altra grande emozione: i Giochi Mondiali a Los Angeles. “Questa volta le preoccupazioni sono più le mie come mamma ed unico genitore nel saperlo così lontano”. Quelle di Roberto oggi invece non riguardano il viaggio o i compagni, ma le partite che dovrà giocare. Sono queste sfide, sportive e non, che lo fanno crescere e maturare. In bocca al lupo per questa meravigliosa nuova avventura!