Papa Francesco: Non stancatevi di mostrare al mondo dello sport il vostro impegno condiviso per costruire società più fraterne

 

Il 13 ottobre alle ore 12.00 il Santo Padre ha accolto in un’udienza privata gli atleti, con e senza disabilità intellettive, protagonisti dello Special Olympics Unified Football Tournament in corso, fino a domenica 15 ottobre,  presso il Centro Pio XI di Via Santa Maria Mediatrice, 22 a Roma.

Cari amici,

vi accolgo con piacere in occasione del torneo di calcio e del forum promosso da Special Olympics. Vi saluto tutti con affetto e ringrazio il Presidente per le parole rivoltemi, come pure i giovani che sono intervenuti. Voi siete simbolo di uno sport che apre gli occhi – ha detto il Santo Padre –  e il cuore al valore e alla dignità di individui e di persone che altrimenti sarebbero oggetto di pregiudizi e di esclusione.

In questi giorni avrete l’opportunità di riaffermare l’importanza dello sport “unificato”, attraverso il quale atleti con e senza disabilità intellettiva giocano insieme. Questa bella realtà, che portate avanti con impegno e convinzione, alimenta la speranza di un futuro positivo e fecondo dello sport, perché fa sì che esso diventi una vera occasione di inclusione e di coinvolgimento. Non stancatevi di mostrare al mondo dello sport il vostro impegno condiviso per costruire società più fraterne, in cui le persone possano crescere e svilupparsi e realizzare appieno le proprie capacità. In questo senso, lo sport è uno di quei linguaggi universali che supera le differenze culturali, sociali, religiose e fisiche, e riesce a unire le persone, rendendole partecipi dello stesso gioco e protagoniste insieme di vittorie e sconfitte.

La Chiesa, da parte sua, non manca di sostenere e incoraggiare quelle iniziative, legate al mondo dello sport, che favoriscono il bene delle persone e delle comunità. In effetti, lo sport ha sempre grandi storie da raccontare su persone che, grazie ad esso, sono emerse da condizioni di marginalità e povertà, dalle ferite e dagli infortuni. Queste storie ci mostrano come la determinazione e il carattere di alcuni può essere motivo di ispirazione e di incoraggiamento per tante persone, in tutti gli aspetti della loro vita.

Vi auguro di trascorrere queste giornate con gioia e serenità. Insieme al divertimento, coltivate l’amicizia e la solidarietà. Mentre vi chiedo di pregare per me, invoco la benedizione del Signore su di voi, sulle vostre famiglie e su quanti vi sostengono nella vostra attività sportiva.

Che il Signore benedica tutti. May God bless you all“.

 

Federico Correzzola, atleta e Chiara Andreottola , atleta partner, hanno parlato in rappresentanza della delegazione Special Olympics:

 

Federico: “Santo Padre,

50 anni fa non avrei potuto giocare a calcio, anzi sicuramente non avrei giocato con nessuno. Sarei stato in un Istituto o chiuso in casa. Oggi invece sono qui, accanto a Lei, a rappresentare gli atleti di Special Olympics dell’Unified Football Tournament, l’evento che in questi giorni riunisce sullo stesso campo di gioco, al Pio XI, paesi e culture diverse e, soprattutto, giovani con e senza disabilità intellettive. Cosa abbiamo mai in comune? Condividiamo una grande passione per il calcio, la voglia di superare i propri limiti, anche quelli dettati dai pregiudizi,  e, non ultima, la gioia di sentirci tutti atleti. E’ straordinario, Santo Padre, proprio come un goal segnato sul fischio finale di una partita; Il calcio unificato, così si chiama, trasforma i sogni in realtà, trasforma noi giovani in compagni di squadra, ognuno con le sue caratteristiche, e ci cambia la vita. Si, perché quella fiducia in se stessi e nell’altro, quel buon atteggiamento che maturiamo praticando sport insieme li portiamo anche fuori dal campo di gioco: a casa per aprire gli occhi ai nostri genitori sbalorditi, a scuola per scoprire nuovi amici in chi magari ancora nutriva perplessità e remore, nella comunità dove viviamo per far si che camminando per la strada, ad esempio, nessuno più si vergogni o abbia paura della diversità.”

Chiara: “La strada da percorrere è ancora lunga e a volte, ancora oggi, che Special Olympics sta per compiere 50 anni, è in salita, ma ogni volta che io e i miei compagni, abbiamo l’opportunità di allenarci insieme,ci sentiamo più vicini al traguardo. Il vero goal è quello di un futuro migliore, di una società totalmente aperta, pronta ad includere le persone a prescindere dal loro grado di abilità, per il solo fatto di essere al mondo.  Santo Padre la sentiamo sempre vicino a noi e vogliamo continuare a camminare con lei.

Federico e Chiara: “Insieme siamo più forti”.

Subito dopo all’atleta più giovane, Gemma Pompili, di soli 5 anni, è stato assegnato il compito di donare a Papa Francesco le scarpe sportive rosse con il logo di Special Olympics, proprio con l’augurio di un promettente percorso insieme. Ma non è finta così: Gemma si è poi arrampicata spontaneamente sulla  sedia del vescovo, proprio alla destra di Papa Francesco, e lì è rimasta per tutta la durata dell’udienza nonostante i genitori abbiano cercato di richiamarla. Lei scuoteva la testa ed esclamava “Papa” attirando ogni volta l’attenzione del Santo Padre, affascinato da tanta tenerezza. Gemma è così diventata il simbolo del “Change The Game” di Special Olympics restituendo a tutto il mondo l’immagine di un traguardo inimmaginabile.

 

 

 

A chiudere l’incontro, il giuramento dell’atleta Special Olympics recitato da Tomas Kovacs calciatore della delegazione ungherese:Che io possa vincere, ma se non riuscissi, che io possa tentare con tutte le mie forze

 

 
 
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