“Di giorno guardavamo nostro figlio trattenendo il respiro; di notte, non riuscendo a trattenere le lacrime. Poi l’accettazione profonda e la ferma volontà di offrirgli un futuro fatto di opportunità, affinché potesse condurre una vita il più normale possibile. Siamo cresciuti insieme a lui e nel corso degli anni lo abbiamo visto raggiungere traguardi che consideravamo inarrivabili”.
Alle lacrime si mescolano quotidianamente amore, sorrisi, impegno; un universo parallelo in cui ogni bambino diventa sempre più forte, e ogni genitore è chiamato a trovare quel coraggio che nemmeno minimamente sospettava di avere. “Raccontare oggi l’esperienza di Alessandro, – prosegue il papà – proprio in occasione di un riconoscimento così importante, è per noi un motivo di grande orgoglio.
Alessandro è sempre stata una persona molto pragmatica, trova sempre una soluzione ai problemi, è una prerogativa del suo carattere. E’ propositivo, tenace e determinato, più del fratello, lo sport è stato senza ombra di dubbio uno strumento fondamentale, attraverso il quale raccogliere consapevolezze per affrontare le difficoltà della vita con lo spirito di un Atleta. Lo sport ha la capacità di abbattere le barriere: la vasca, il tatami ed infine la pista da sci hanno rappresentato, come metafora della vita, una maratona dove poter costruire, lungo il percorso, la propria identità”.
La nascita
Alessandro Dressadore nasce a Firenze, 25 anni fa, e vive a Pistoia con i genitori, Andrea e Cristina, ed il fratello maggiore, Leonardo. “Ci comunicarono – racconta il papà – che Alessandro aveva la Sindrome di Down solo una settimana dopo il parto. E’ nato molto tonico, vitale, ricordo ancora che il punteggio che esprime la misura del benessere dopo il parto era buono; dopo qualche giorno, come un palloncino che si sgonfia, è diventato ipotonico. Non è stato semplice, per me personalmente ancora meno. Ci siamo subito rivolti al CEPIM di Genova con il quale abbiamo iniziato un percorso di confronto e collaborazione che ci ha aiutato e sostenuto nelle nostre scelte. Fin dall’inizio, aveva appena 3 mesi, Alessandro è stato seguito da un fisioterapista ed è stato inserito in un nido comunale. Inizia così il suo percorso sociale in strutture pubbliche; l’obiettivo è stato sin da subito quello di sviluppare quanto più possibile la propria autonomia. Ricordo ancora con particolare emozione alcuni episodi che mi hanno portato a riflettere aiutandomi a superare i momenti di difficoltà; molti anni fa mi trovavo ad un incontro per parlare della situazione di mio figlio e ripetevo a voce alta “ragazzo down…”, Alessandro, che era vicino a me, mi disse: ”papà, perché ragazzo down, ragazzo!”. Andando ancora più indietro nel tempo, prima che nascesse Alessandro, ero solito dire: “Oggi sono proprio contento”, quando lui aveva un anno, il fratello Leonardo, di tre anni più grande, mi disse: “Papà, perché non dici più oggi sono proprio contento?”.
L’attività sportiva
“La prima attività di Alessandro è stata in piscina; scelta dovuta alla necessità di stare in un ambiente caldo umido che facilitasse la respirazione e liberasse le vie aeree. A otto mesi è stato inserito in un corso di acquaticità per persone con disabilità; non appena imparato a stare a galla ha proseguito l’attività del nuoto imparando, con ottimi risultati, le specialità della rana, stile libero, delfino e dorso nel suo primo gruppo sportivo “Special Team Prato”, uno dei tanti team Special Olympics sparsi sul territorio nazionale. Successivamente ci consigliarono di far iniziare ad Alessandro un corso di Karate, finalizzato ad un miglioramento del suo equilibrio; la palestra, che tuttora frequenta, lo accolse con tanto affetto e disponibilità rispettando i suoi tempi e le sue difficoltà; un percorso meraviglioso che lo ha portato alla conquista, affrontando gli esami come tutti gli altri atleti, della cintura nera primo dan. Lo sci è arrivato qualche anno dopo per la convinzione e la consapevolezza di un presidente di uno sci club che vedendolo giocare sulla neve ha fortemente voluto che provasse anche lui. Iniziando a divertirsi e volendo fare tutto quello che vedeva fare a suo fratello, maestro di sci, e agli altri ragazzi ha iniziato ad andare a sciare con il pulmino partendo al mattino molto presto, a prepararsi il materiale, a fare le file per gli impianti e per il pranzo, a gestire tutta la giornata come gli altri ragazzi dello sci club. Il clima familiare e la disponibilità dell’intera collettività della stazione sciistica è stata l’arma vincente per far progredire nell’autonomia e nell’inserimento di Alessandro. Qui Alessandro si muove in piena autosufficienza gestendo le attività quotidiane, non solo quelle direttamente legate all’attività sportiva, ma anche quelle che riguardano la preparazione della borsa; la gestione e il controllo dell’attrezzatura; il cambio degli sci in funzione della disciplina (speciale, gigante o super G) etc.
Il valore dello sport
“Sicuramente lo sport è stato il veicolo per l’inclusione sociale e la spinta per progredire. Non sempre le sue performance sono adeguate ma la voglia di mettersi in gioco e di migliorare è sempre presente. Lo sport per Alessandro è stato il modo per restare sempre in forma, per fare una vita quanto più possibile sana anche nell’alimentazione. È stato ed è lo stimolo per spostarsi in città da solo, con il bus o a piedi, per avere un impegno quotidiano e osservare gli orari; per rispettare le regole e accettare le sconfitte; le occasioni di nuovi incontri, amicizie e confronti. È stato strategico inserirlo in attività svolte con suoi “pari”, che potessero garantirgli performance e comportamenti confrontabili, ma altrettanto determinante è stato inserirlo in attività con altri ragazzi/e normodotati che fossero per lui esempio e stimolo per potersi migliorare; naturalmente creando una situazione dove il troppo divario non diventi motivo di frustrazione. La nostra convinzione è stata che solo in questo modo è possibile innescare un ciclo di miglioramento dove non sarà solo il gesto tecnico a migliorare ma tutti i comportamenti della vita quotidiana”.
Nuove opportunità
Dopo le ultime due medaglie d’oro conquistate ai recenti Giochi Nazionali Invernali Special Olympics di Bormio, nello slalom e nel super G, Alessandro ha fatto parte insieme ad altri 33 atleti, nel marzo scorso, della spedizione azzurra in Austria, dove ha portato a casa una medaglia d’Oro nella Super G ed una d’Argento nello Slalom ai Giochi Mondiali Invernali. Le passioni e la volontà di sperimentare nuove opportunità, non hanno confini; Alessandro ha iniziato a giocare anche a tennis e una settimana all’anno si dedica alla vela, perché lo sport, al di là delle medaglie, apre alla vita.