“Si gioca per trovare il proprio posto nel mondo”, la storia di Davide

 

“Non si gioca soltanto per vincere, ma per trovare il proprio posto nel mondo.

Davide Peirone aveva paura di non avere niente di interessante da dire. Aveva quindici anni, studiava all’Istituto Grandis di Cuneo e vedeva i suoi compagni di scuola crescere e allontanarsi sempre di più da lui. Davide ha la Sindrome di Down e lo sport in qualche modo gli ha salvato la vita, gli ha scolpito la mente e il carattere facendolo diventare un uomo.

Grazie al nuoto, all’atletica, ha imparato ad avere fiducia in se stesso, ha capito che anche lui può avere degli obiettivi e raggiungerli, magari salendo anche sul podio. Grazie ad Amico Sport Cuneo, l’associazione sportiva di cui fa parte, ha cominciato a partecipare a tutti i Giochi Special Olympics, sia invernali che estivi.

Ha scoperto che la competizione gli piace. All’inizio aveva un po’ di paura, con gli anni è migliorato anche in questo. L’anno scorso, a Bormio, è tornato a casa con diverse medaglie nella 1,5 e nella 2 chilometri di sci di fondo. Adesso Davide ha 31 anni e continua ad essere orgogliosissimo della sua divisa, lo fa sentire parte di un gruppo.

Sua mamma Silvana si ricorda ancora la prima gara di atletica che ha fatto, la prima volta che ha tagliato un traguardo. «Era finalmente riuscito a fare ciò che aveva nella testa, buttando nello sport tutta la determinazione e l’ambizione che possiede».

Davide a Bardonecchia ha dato il massimo nella cosa che gli piace di più al mondo dopo la Juventus; lo sci di fondo. Comunque vada, sa che tutti i suoi compagni di squadra fanno sempre il tifo per lui fino alla fine della sua gara.” 

Dal Corriere della Sera (ed. Torino)

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