Un percorso, un’avventura meravigliosa

Premessa

Si tratta di un viaggio, di un percorso avvenuto tra fine maggio e inizio giugno del 2021. Un’avventura vissuta per due settimane, protagonisti un gruppo di ragazzi con autismo con uno staff di professionisti al loro fianco. Più di 200 chilometri percorsi a piedi, anche per la via Francigena, dalla Toscana fino ad arrivare a Città del Vaticano, hanno dato vita ad un docu-film realizzato per il cinema che offre un punto di vista diverso da cui ammirare le persone con autismo. È ciò che si propone di fare anche Special OIympics attraverso lo sport unificato potente strumento per promuovere l’inclusione tra le persone con e senza disabilità intellettive di ogni età e condizione psicofisica e sociale. Non è un caso, quindi che due dei protagonisti de “Il Sentiero blu” siano Atleti Special Olympics: Luisa Del Signore e Giuseppe Mosca.

Il commento di Alessandro Palazzotti, Vicepresidente di Special Olympics Italia: ” Questo docu-film dovrebbe essere visto da tutti, in primis sarebbe un buon contenuto da proporre agli studenti delle scuole, potrebbe stimolare in particolare i giovani a riflettere su se stessi e sul proprio modo di relazionarsi con gli altri“.

Il racconto di un viaggio

Milly Cometti, Direttore Provinciale Special Olympics Italia Team Vercelli racconta: “Il sentiero Blu” nasce da un’idea di CON-TATTO progetto del distretto 2031 del Rotary piemontese e dell’Asl di Torino, in grado di unire il movimento alla socializzazione per cercare di migliorare e stimolare le abilità dei giovani con disabilità intellettiva, autistici, messi in condizione di affrontare un percorso comune. A gennaio sono iniziati gli allenamenti settimanali, i ragazzi si sono allenati su percorsi sempre più impegnativi e con carichi sempre più importanti fino a quando il 27 maggio siamo partiti da Torino e siamo arrivati a Proceno, alle porte del Lazio, e da lì è iniziato il cammino sulla via Francigena.
I 12 ragazzi, tutti autistici ad alto funzionamento, sono stati messi nelle condizioni di prepararsi lo zaino ogni giorno affrontando aspetti di routine nella quotidianità ma anche imprevisti. Qualcuno di loro più di altri è abituato ad una vita regolare scandita da tempi ben precisi proprio per un’organizzazione propria. Affrontare anche l’imprevisto ha significato mostrare loro le cose che nella vita di tutti i giorni possono accadere.

Questo gruppo di impavidi camminatori è formato da soci Rotariani, educatori professionali, un preparatore atletico e, la figura cardine, il professor Roberto Keller, psichiatra, un luminare per quanto riguarda le persone con autismo. Con lui tutti i giorni i ragazzi hanno vissuto un momento di social skills, dei laboratori dove sono stati affrontati diversi temi riguardanti la quotidianità. Fermi su un prato piuttosto che sotto un albero in cerchio ogni giorno si è affrontato un argomento fondamentale per quella che sarà poi la loro organizzazione nella vita di tutti i giorni.
È stato un Progetto scientifico quindi che consta di una parte laboratoriale che porterà a raccogliere i dati ma anche un progetto inclusivo e di condivisione del cammino perchè si sono create amicizie e supporti reciproci, come una squadra pronta a vincere la sua partita con tutte le forze in campo. Si è verificata una lenta ma costante progressione nei rapporti dal punto di vista della socializzazione, miglioramenti fisici, empatici, miglioramenti in tutti gli aspetti relazionali oltre che in termini di forza, tenacia con cui si affrontano le difficoltà. 

Durante il viaggio abbiamo incontrato istituzioni, sindaci, associazioni, momenti di riconoscimento e di celebrazione per questo cammino. L’incontro conclusivo è avvenuto con Papa Francesco, in Vaticano prima dell’Angelus. È stato un percorso straordinario: il camminare insieme ci ha permesso di guardarci attorno, di guardarci dentro, di condividere una fatica e un obiettivo. I nostri Atleti, con il bagaglio di esperienze fatte con Special Olympics sulle spalle,  hanno saputo affrontare questa sfida con l’atteggiamento e la determinazione giusti.

Conosciamo meglio i nostri due Campioni

Giuseppe Mosca è nato il 13 giugno 1998 a Torino , vive a Settimo  con il papà e il fratello minore . 

Da oltre 10 anni  pratica l’attività con Special Olympics , prima nella squadra di nuoto, attualmente nel calcio, si allena due volte a settimana e partecipa con estrema motivazione ai tornei annuali, alle gare regionali e nazionali. In questi anni non ha mai perso un appuntamento.

Lo sport rappresenta una parte fondamentale della vita di Giuseppe. Il calcio in particolare significa: collaborazione, unione, sana competizione, amicizia, divertimento e uguaglianza. Per lui non è solo uno sport, ma è fonte di svago dalla quotidianità, dallo stress di tutti i giorni. Significa stare bene.
Per Giuseppe è molto importante confrontarsi con gli altri Atleti, ha la possibilità di far valere le sue capacità, di collaborare con i compagni per migliorare sempre di più e anche per vincere le partite (che è sempre una soddisfazione). Lo sport diventa un “luogo” per socializzare, per  accettare anche i momenti di ingiustizia o di sconfitta. È una modalità sana per imparare a crescere, per essere accettati e compresi nel gruppo, ma anche per non sentirsi mai soli. Giuseppe, grazie a Special Olympics, ha imparato cosa significa la condivisione e l’aiuto reciproco. 

Giuseppe negli anni ha collaborato e partecipato a progetti anche con ragazzi stranieri. Si è sempre integrato facilmente nei gruppi, non sono mai emerse dinamiche di difficoltà nel gioco e nella collaborazione con persone di culture differenti, anzi è riuscito a creare dei legami preziosi e significativi che ha portato avanti nel tempo. Una delle esperienze Special  che Giuseppe ricorda con più entusiasmo è il torneo che si è tenuto  durante i nazionali a Montecatini. E’ sempre molto contento di giocare e spera di segnare  Goal. 

Elisa Del Signore stava assistendo, tra il pubblico, ad una partita di calcio a 5 unificato con i rifugiati quando è stata intercettata e coinvolta per la prima volta in Special Olympics. Aveva da poco terminato questo lungo cammino  che l’ha portata, alla fine, ad entrare nel Movimento. Oggi è un’Atleta del Team Muoversi Allegramente Onlus e pratica la ginnastica artistica.
Nonostante le difficoltà legate alla pandemia Elisa ha potuto allenarsi una volta alla settimana in palestra. È un’Atleta entusiasta perchè il suo sogno è sempre stato proprio quello di praticare ginnastica artistica, è veramente brava e determinata. Ha iniziato allenandosi a casa seguendo gli esercizi a distanza offerti da Special Olympics Italia tramite il canale youtube. Ciò le ha permesso di arrivare in palestra già preparata e pronta a migliorare ancora. Elisa è una sana portatrice di gioia e determinazione, interagisce con gli altri timidamente ma senza particolari difficoltà.
La sua prima gara Elisa l’ha vissuta in occasione del Trofeo Zita Peratti, svoltosi in modalità digitale. Ha preparato un esercizio alla trave guadagnandosi non solo una prima stra-meritata medaglia ma anche i complimenti delle giudici. Ora si sta preparando per i Giochi Nazionali Estivi a Torino. Sarà la sua prima esperienza da vivere “in presenza”. Non sta nella pelle.

 

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