“Siamo una grande famiglia che vive una normalità diversa”

“Io sono una mamma, abbastanza matura, di una ragazza disabile, Eleonora Traverso di 33 anni, che da più di 15, fa attività sportiva nell’allora gruppo sportivo Anffas Liguria, oggi Special team Genova: realtà da sempre affiliata a Special Olympics. Quando mia figlia era bambina e poi ragazza non si concepiva un’attività sportiva per ragazzi disabili e quindi si arrivava a Special Olympics, molto tardi, circa verso i 17-18 anni, perdendo in questo modo molto tempo e molte occasioni di recupero per i nostri figli, i quali partecipavano agli allenamenti con i normodotati e poi alle gare finali erano sempre ultimi o tra gli ultimi…vivendo come insuccesso e frustrazione quei momenti.
 
Ora fortunatamente non è più così. Eleonora si avvicinò al gruppo sportivo Anffas Liguria, una volta dimessa verso i 16 anni dall’ambulatorio Anffas, per una scelta della famiglia di rimanere comunque in un contesto Anffas del quale fino ad allora eravamo molto soddisfatti. Iniziò ginnastica perché era molto comoda come dislocazione della palestra. Una scelta comoda che ci aprì un nuovo mondo. immediatamente Eleonora fece amicizia con due ragazze, Isabella Fusaroli e Silvia Zinolli. Veniva invitata a turno il sabato pomeriggio nelle loro case inizialmente accompagnata da me, madre, e poi da sola.
 
Conobbi le madri di queste ragazze, molto più adulte di me, Anna e Cecilia, che mi insegnarono a capire che cosa vuol dire avere una figlia disabile, a comprendere i diritti ed i doveri, ad ipotizzare un futuro migliore. Io ero ancora sopraffatta da questa situazione, mi ricordo che raccontavo loro che sull’autobus o per la strada, se le persone guardavano mia figlia, io soffrivo. Entrambe mi rispondevano “Tranquilla tra qualche anno non ci farai più caso. La vita avrà una configurazione più stabile con una valutazione ed una consapevolezza di una ” normalità diversa” .
Qualche anno dopo, una sera, mentre accompagnavo Eleonora alla partenza della squadra di sci per l’allenamento ad Entracque, mi fermò la mamma di Gianluca Cincotta, chiedendomi il numero del telefono di casa perché suo figlio aveva piacere di parlare con mia figlia. Io glielo diedi, anticipando però che Eleonora mai parlava o rispondeva al telefono. Benedetta mi rispose “Gianluca la convincerà”. E così è capitato, da allora Eleonora e Gianluca si telefonano spessissimo, chiacchierano, sentano la musica che mettono entrambi e soprattutto si danno sostegno nei momenti difficili.
Anche in questi giorni di quarantena le telefonate sono costanti, a volte litigano, a volte le mamme staccano i telefoni perché esagerano ma la loro amicizia è stabile e collaudata dagli anni. Ed intanto io e Benedetta siamo diventate non solo amiche, abbiamo deciso di impegnarci insieme nel gruppo sportivo, conoscendo l’importanza di questo spazio per i nostri ragazzi , lei è diventata una oculata tesoriera ed io una Presidente al meglio delle mie capacità.
Siamo tutti una grande famiglia.
 
Carla Cavelli Traverso

 
 

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