“Eccoci di nuovo: settembre, quel magico mese in cui tutti, dai bambini ai genitori, si ritrovano catapultati dalla dolce vita estiva alla frenesia del ritorno alla realtà e dell’inizio della scuola, dopo tre mesi di centri estivi, babysitter, salti dal trapezio e ruote panoramiche.
Ma mentre per alcuni genitori è quasi noioso, limitandosi a preparare lo zaino e a brontolare per il traffico, per chi ha figli con disabilità il ritorno a scuola è uno spasso senza confini.
In casa si sentono dialoghi tipo:
– Hai chiesto l’AAC?
– Cos’è un succo di frutta?
– Quello è ACE: Arancia, Carota e Limone. AAC: Assistenti all’autonomia e alla comunicazione
– Perché fare un succo di frutta con tutta quella roba? Poi è normale che ci devi aggiungere un chilo di zucchero
E poi c’è l’OEPAC. Suona come un’offerta di telefonia: puoi scegliere tra OEPAC 5giga, OEPAC 10giga e OEPAC illimitato. In realtà è l’Operatore Educativo per l’Autonomia e la Comunicazione, ma a differenza di un pacchetto per smartphone non ha il rinnovo automatico.
Incontri un altro genitore al bar? Ti fa:
- Cosa prendi?
- Non un ACE grazie
- A voi vi hanno confermato l’insegante di sostegno?
- Ah boh…pensavo fosse abbinato alla lotteria nazionale
Ovviamente c’è l’ansia per chi cambia ciclo di studi, dalle elementari alle medie, dalle medie alle superiori (sì, io le chiamo ancora così. Mi servono punti saldi). E questo vale per chiunque, figuriamoci per chi spera in gruppo coeso che possa integrare i nostri ragazzi e le nostre ragazze.
E allora, nell’augurare a tutte e tutti un sereno nuovo anno scolastico, voglio dedicare gli ultimi pensieri alle poche certezze che a settembre non cambiano mai.
La mail della segreteria della scuola che ti ricorderà il modulo che hai scordato di compilare.
È puntuale come una sveglia la domenica mattina. “Gentile sig. TalDeiTali, ci siamo accorti che non ha spedito il modulo 17b42a sull’igiene personale. La preghiamo di provvedere al più presto se non vuole che sua figlia torni a casa senza mutande”. Qualcosa di simile, ma più burocratese
Il nuovo gruppo Whatsapp dei genitori con il messaggio di inizio anno. “Bentornati genitori! Tra poco si ricomincia e bisognerà scegliere la rappresentante di classe. Io lo faccio da 25 anni, ma non ci tengo per niente. Quindi se ci sono altre volontarie (o volontari eh?) metto nel cassetto la mia pluridecennale esperienza e mi affido alla prima che passa”
E le risposte: “Ti voto”, “Come faremmo senza di te”, “Sei una grande”, “Voto scontato”, “Hai il mio sostegno”, “Ma tuo figlio non fa il meccanico da 5 anni?”
Il Progetto Scuola Special Olympics che utilizza il gioco e l’attività sportiva unificata per costruire una comunità scolastica sempre più inclusiva. Non solo migliora le competenze tecniche degli studenti, ma offre anche opportunità per creare legami e promuovere il rispetto reciproco. I giovani diventano ambasciatori dell’inclusione, sia dentro che fuori dal campo. Dovrebbe essere una parte fondamentale di tutte le scuole in Italia. Se nella tua scuola non c’è ancora, scopri di più qui: https://www.specialolympics.it/la-scuola-inclusiva/
Forza, un altro anno è solo all’inizio!”.
Francesco Verdolino, papà di Agata.