“Non c’è ragazzo che Special Olympics non sia in grado di accogliere”

A Bergamo, alle ore 15.00, in via dello Statuto 21, fortemente voluto ed organizzato dall’Accademia della Guardia di Finanza, si è tenuto ieri il seminario “Sport e disabilità intellettiva”. Introdotto dal Generale Virgilio Pomponi, Comandante dell’Accademia. Sono intervenuti Maurizio Romiti, per Special Olympics Italia, Mons. Francesco Boschi, Vescovo di Bergamo, Marco Borzacchini, per la Fisdir, Antonio Rossi, per la Regione Lombardia, Giorgio Gori, Sindaco di Bergamo.

Diversi atleti sono intervenuti al tavolo dei relatori portando la propria esperienza di vita, raccontando di quanto lo sport l’abbia cambiata in meglio. Tra le testimonianze dirette, quelle di Giorgio e Flavio Altieri, rispettivamente Atleta e Partner Special Olympics, tra commozione e ammirazione, hanno riscosso un grande applauso.

   

   

Buon pomeriggio a tutti

Per prima cosa permettetemi di ringraziare l’accademia della Guardia di Finanza che oggi mi ospita ed alla quale sia pure indirettamente mi sento doppiamente legato poiché istituto d’istruzione frequentato da mio padre e poiché oggi comandata dal Gen. Pomponi della cui amicizia e del cui affetto mi onoro praticamente da sempre.

Un ringraziamento anche a Special Olympics che regalando a me ed a mio fratello questa giornata ci ha permesso di aggiungere un nuovo tassello alla nostra già favolosa esperienza nel Movimento.

Vorrei iniziare questo mio intervento parlandovi del mio rapporto con il mondo della disabilità, che non è sempre stato così maturo.

All’inizio la condizione di mio fratello mi aveva addirittura spaventato. Non capivo cosa volesse significare e come io stesso dovessi relazionarmi a Giorgio e più in generale a questo mondo che però mi ha fatto crescere molto più velocemente dei miei coetanei e con uno spiccato senso di responsabilità.
Non è stato sempre facile, lo era molto di più essere riservato per la paura, oggi lo dico assolutamente sciocca, di essere giudicato o preso in giro per via di Giorgio.
Ma la fortuna di aver avuto intorno a me una famiglia sempre presente e delle amicizie magnifiche mi ha permesso di sentirmi al sicuro. Un senso di sicurezza ancora oggi intatto considerato che quando incontro i miei amici dopo il classico come stai, segue sempre una domanda su Giorgio e su quello che combina.
Non è un mondo difficile da comprendere a patto che si riesca ad abbattere il muro che delinea la disabilità come diversità.

Fra i diversi strumenti che si possono utilizzare per abbattere il muro, lo sport gioca un ruolo fondamentale. Accomuna tutti. Tutti tifano qualcosa o qualcuno, tutti quando fanno sport vogliono divertirsi e tutti quando fanno sport vogliono competere per provare a vincere, perché alla fine a nessuno piace perdere. E nemmeno agli atleti Special Olympics.

Vedere gli occhi di un’atleta ricevere una medaglia è un’emozione impagabile, ma anche nella vita di tutti i giorni, sentire Giorgio che racconta per giorni dell’esperienza generale che ha vissuto allunga l’emozione di 30 secondi di nuoto o 20 minuti di pallacanestro.

Io arrivo in Special Olympics dopo mio fratello, grazie a Giorgio ho scoperto un mondo che probabilmente senza di lui non avrei mai vissuto. Oggi invece vivo un percorso di partecipazione che va ben oltre il singolo allenamento o il singolo evento sportivo.

Sono certamente un compagno di giochi, ma molte volte anche di vita come quando mi vengono a chiedere consigli sull’abbigliamento o su come comportarsi in faccende amorose, anche se in quest’ultimo ambito sono assolutamente meno bravo di loro.

Un percorso sportivo e di vita che ti ripaga più di quanto tu investa, restituendoti emozioni fortissime, arricchimento interiore ed esperienze uniche.

Ho iniziato la mia esperienza nel Movimento come partner normodotato circa 6 anni fa, prima come volontario nella ex squadra di calcio di Giorgio, come aiuto in campo per gestire i ragazzi ed aiutarli negli allenamenti.

Poi mi sono dedicato alla pallacanestro e da ormai circa 5 anni gioco come partner della A.S. Con Noi di Roma.

La bellezza di poter lavorare con loro è il sorriso e la soddisfazione che hanno quando giocano insieme e quando fanno canestro ma per me l’approccio singolare che bisogna avere con ognuno di loro è qualcosa di a dir poco magico. La capacità di tantissimi ragazzi come me, che fanno da volontari, di saper trovare il modo giusto di approcciare i ragazzi è affascinante.

Ogni atleta è una storia a sé stante, ognuno con i suoi interessi e le sue paure che molte volte vengono affrontate insieme con il gruppo, inteso nella sua totalità. Ed è per questo che non gioco nella stessa squadra di mio fratello. Secondo me, l’esperienza sportiva è giusto che la viva in maniera personale creando anche una piccola ma sana competizione fra noi due.

D’altra parte si sa, anche in F1, il primo avversario è il compagno di scuderia.

L’esperienza che ogni giorno maturo con SpecialOlympics non la tengo chiusa in un cassetto.

Cerco di condividerla con tutte quelle famiglie, chiamate a gestire una disabilità, e che credano impossibile un avvicinamento allo sport. Non c’è nulla che i nostri ragazzi non possano fare, men che meno lo sport.

Non c’è ragazzo che Special Olympics non sia in grado di accogliere.

E giusto per essere chiari, il prossimo scontro con mio fratello lo vincerò assolutamente io.

Ad Majora Special Olympics.”

Flavio Altieri, Atleta Partner


 

Il Seminario “Sport e Disabilità intellettiva” è stato il primo di una serie di iniziative, organizzate dall’Accademia della Guardia di Finanza di Bergamo  nella cosiddetta “Settimana della Solidarietà”. L’obiettivo è quello di raccogliere fondi a favore di Special Olympics Italia,  allo scopo di sviluppare sul territorio orobico il Progetto Scuola e favorire l’inclusione degli studenti con disabilità intellettiva, coinvolgendoli in attività di gioco e sport già nella primissima infanzia con lo Young Athetes Program.

Maggiori informazioni sono presenti sulla pagina dedicata.

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