L’eccezionale storia di Luca per la Giornata Mondiale sulla Consapevolezza dell’autismo

Era il 2015 quando siamo stati contattati dalle Iene per realizzare un servizio sulla storia di nostro figlio Luca, due giorni per realizzare un servizio capace di entrare in punta di piedi all’interno delle dinamiche di una famiglia e raccontarla con una delicatezza infinita. Appena andò in onda fummo sommersi di chiamate e messaggi attraverso il telefono e Facebook. Abbiamo risposto a tutti, specialmente ai genitori che si trovavano ad affrontare il loro percorso con una situazione di disabilità, noi stessi nel momento più critico cercammo aiuto attraverso altre famiglie e quindi fu un piacere per noi poter essere in qualche modo utili ad altre famiglie. Ricordo che rimasi colpita nello scoprire che dopo più di 30 anni nulla era cambiato sostanzialmente, stesse battaglie, stesse lotte, trovare un percorso terapeutico, l’inserimento a scuola, i servizi, i passi avanti non sono stati tanti e soprattutto si è sempre soli. 
Il 2 aprile 2019 il sito delle Iene ripubblica il servizio di Luca; bellissima sorpresa per noi, ancora tanti messaggi e telefonate.
Alcune, però, mi hanno lasciata amareggiata.
Molti di loro mi hanno detto la stessa frase: appena abbiamo saputo dell’autismo, lei/lui è andato via, abbiamo divorziato e non ne vuole più sapere di noi.

Oggi mi chiedo: questa è la sacralità della famiglia? 
Quel vincolo “nel bene e nel male” per cui tanto si scaldano in questi giorni, quel legame scritto ma raramente vissuto a pieno?
Con una mamma mi sono messa pure a piangere per il senso di impotenza: che cosa puoi dire davanti a questa tragedia? e no, non è la disabilità la tragedia ma la totale indifferenza. 
La tragedia sono un padre o una madre che in solitudine deve affrontare la battaglia della sua vita senza qualcuno con cui confrontarsi, con cui piangere o gioire. 
La famiglia inizia da ognuno di noi nel momento in cui cerca o riceve amore, aiuto, sostegno morale e materiale. 
La famiglia non è quella scritta ma è quella che decide di respirare la tua stessa aria.
La famiglia può essere anche una mamma, i suoi bimbi e una nonna su cui appoggiarsi.
Vorrei con un abbraccio essere vicina a queste famiglie e farne così parte per alleggerirne almeno un po’ il carico. 
Senza bisogno di legami scritti, usufruendo della difficile libertà di non giudicare.

Rita Concu, la mamma di Luca Ferreli


 


Il sito delle Iene

Scopri come sostenere tutti i progetti di Special Olympics Italia

Resta in contatto con noi, iscriviti alla newsletter per ricevere i nostri aggiornamenti settimanali.

Share This