La storia di Vittorio: ai Giochi Nazionali con tutte le forze

 

NON E’ COME SUI LIBRI
Vittorio è un bambino di 12 anni con la sindrome di Down, sindrome diagnosticata prima della nascita e portata a conoscenza di Enza e Nunzio, rispettivamente una mamma pediatra e un papà responsabile di un ufficio disabili in un ente locale del nord – barese. Motivo per cui entrambi i genitori hanno accettato da subito, senza remore, l’arrivo di Vittorio. In modo abbastanza semplice e spontaneo quindi, cercando di offrirgli il meglio. In modo anche coraggioso, direbbero in tanti. A distanza di qualche tempo la storia di questa famiglia è stata raccontata in un libro dal titolo: ” Non è come sui libri”. Papà Nunzio ha cercato di raccontare in pagine bianche tutto il “mondo” che la nascita di suo figlio ha creato. Il libro -affermano i genitori- è nato quasi come una reazione, un’esigenza nata dopo aver ascoltato la frase pronunciata da un noto scienziato britannico «Abort it and try again. It would be immoral to bring it into the world if you have the choice». che tradotta in lingua italiana significa «Abortiscilo e riprova ancora. Sarebbe immorale metterlo al mondo se puoi scegliere». La sintesi delle argomentazioni è che la sindrome di Down non è come la descrivono sui libri e che solo chi non ha mai vissuto con un bambino con questa condizione, e magari si è accontentato della lettura dei manuali di medicina, può consigliare a una mamma in attesa di abortire.

UN MONDO SU MISURA
I primi anni Vittorio li ha trascorsi nelle corsie di vari ospedali a causa di alcuni problemi fisici: sindattilia ad entrambe le mani, un piede storto, un cuoricino un po’ capriccioso, una piccola ernia ombellicale. Affrontati e risolti questi problemi, i genitori hanno iniziato ad occuparsi della sua riabilitazione, facendo particolare attenzione a quella che si stava rivelando un’innata predisposizione, un’attitudine preziosa: il nuoto. Iniziarono così, a poco più di tre anni, le prime lezioni in acqua con un istruttore non ancora maggiorenne che gli fornì i primi rudimenti.
La lungimiranza di una tirocinante del centro di riabilitazione diede poi la possibilità ai genitori di Vittorio di ampliare il ventaglio delle attività motorie del proprio figlio e di conoscere altre famiglie. Con queste famiglie hanno fondato due associazioni e dato vita ad un programma di riabilitazione fondato anche sull’attività motoria.
Vittorio, quindi, è stato costantemente inserito in contesti adeguati alle sue capacità e ai suoi bisogni, non solo in ambito scolastico, dove comunque è integrato, ma anche fuori dove è costantemente circondato da tanti amici con e senza disabilità . Per Vittorio le lezioni di nuoto sono diventate così “collettive”: con in acqua tanti bambini e tante volontarie.
Questo piccolo grande mondo creato a misura di Vittorio non è altro che il risultato della determinazione e dello spirito collaborativo che anima i suoi genitori e le stesse associazioni di cui fanno parte.

SPECIAL OLYMPICS
Al mondo Special Olympics, invece, Vittorio ci arriva, stando a quello che dice il papà, inaspettatamente.
“Ci sono prove dell’interessamento del papà a Special Olympics prima del 2014 ma credeva di poterci arrivare con Vittorio non prima del 2020” – racconta Marina Perrone il suo tecnico – “invece nel 2013 una serie di circostanze ha portato le associazioni a rivedere il progetto sportivo e andare alla ricerca di persone più qualificate e incontrarono me. Iniziai a lavorare con Vittorio e gli altri bambini e ho valutato, vista la sua straordinaria attitudine, che sarei riuscita a far gareggiare Vittorio già ai Giochi Nazionali Special Olympics di nuoto del 2014. Quando proposi ai genitori la trasferta a Venezia, Nunzio ed Enza ebbero qualche perplessità, ma, come si dice, gettarono il cuore oltre, dal momento che erano molto felici di anticipare un’esperienza a cui tenevano tantissimo.
Da quel momento Vittorio non salta un allenamento, nè un’edizione dei giochi, una convention e qualsiasi altra iniziativa che abbia a che fare con Special Olympics, di cui riconosce il logo a decine di metri di distanza.

I GIOCHI NAZIONALI CON TUTTE LE FORZE
Terni e Narni, dal 10 al 14 maggio, sono state teatro del primo appuntamento dei Giochi Nazionali Estivi Special Olympics. Circa 1000 atleti con disabilità intellettiva hanno gareggiato nelle discipline sportive dell’atletica, canottaggio, dragon boat, golf, indoor rowing, nuoto e tennis. Sono stati coinvolti, da tutta Italia, 83 Team Special Olympics e 4 delegazioni straniere provenienti dai Paesi Bassi, Regno Unito, Ungheria e Lettonia; 1200 familiari, 600 volontari e 191 tecnici. Inoltre, per gli sport di squadra si sono svolte gare di sport unificato con il coinvolgimento, all’interno della stessa squadra, di atleti con e senza disabilità.
Vittorio c’era, era uno dei mille atleti in gara, il suo sport è stato naturalmente il nuoto ed ha vinto la medaglia d’oro nei 15 metri non assistiti di stile libero e una di partecipazione nei 25 metri. Special Olympics premia tutti, onora il primo come l’ultimo atleta che porta a termine la gara, purchè abbia profuso impegno e determinazione. La filosofia del Movimento offre infatti una prospettiva diversa da cui guardare allo sport che si spoglia dell’agonismo più puro per abbracciare l’opportunità, aperta a tutti, di gareggiare nelle condizioni ideali per vincere la sfida più importante, quella verso se stessi.
Special Olympics è entrato così anche nel mondo “su misura” di Vittorio che oggi è diventato un atleta e lo si comprende anche dal fatto che, prima di entrare in vasca, recita sempre fiero il giuramento dell’atleta Special Olympics: “Che io possa vincere, ma se non riuscissi, che io possa tentare con tutte le mie forze”. Vittorio ha vinto, lo dimostra certamente la medaglia d’oro conquistata ai Giochi Nazionali ma altrettanto e di più fa il suo bel sorriso, segno di una nuova fiducia in se stesso pronto com’è a tuffarsi ancora nel prossimo evento. Un sorriso, il suo, di inestimabile valore.

 

 

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