Stiamo per raggiungere la seconda tappa del nostro viaggio a ritroso nel tempo #BacktotheGames. Prima di arrivare a Graz, la città che nel 2017 ha ospitato i Giochi Mondiali Invernali di Special Olympics, però vogliamo ricordare ancora l’esperienza dei Mondiali Estivi del 2019 ad Abu Dhabi, la grande metropoli da cui siamo partiti. Lo facciamo a tu per tu con Chiaristella Vernole, il capodelegazione del Team Italia.
Quella di Abu Dhabi è stata la tua prima esperienza come capo delegazione del team Italia Special Olympics?
Non è stata la mia prima esperienza sono stata alla guida in diverse occasioni (Europei, Tornei Internazionali ecc..) per il Team Italia ma la prima in assoluta ad un Mondiale.
Qual è stato il momento più difficile di quella trasferta? E quello più felice?
Essere Capo delegazione significa mettersi al servizio della squadra, impari a conoscere i ragazzi uno ad uno entri nelle loro vite ti appassioni alle loro storie. Potrei raccontarvi delle medaglie di ogni atleta azzurro, quella vinta all’utimo tiro di boccia, oppure quella faticossissima vinta in acque libere o di altre meravigliosi attimi vissuti nel quotidiano, l’emozione incredula della maestosa cerimonia di apertura o quella malinconica della cerimonia di chiusura. Sono stati tutti attimi scolpiti nella pelle e che le più ricercate parole non riuscirebbero a descrivere in maniera del tutto chiara. Ma un episodio è stato molto significativo ,almeno per me che credo nella forza del Movimento. Uno dei momenti più difficili è stato indubbiamente partire non al completo, mancava un Atleta Partner, Gerald, a cui non rilasciavano il visto per mera burocrazia…non abbiamo voluto sostituirlo, non ci sembrava opportuno “lasciar perdere” era come arrendersi, invece noi siamo ostinati , caparbi, DETERMINATI, volevamo cambiare quella postilla che in quel momento impediva la partecipazione dell’intera delegazione italiana…..Special Olympics è un Movimento che abbatte gli ostacoli lo ha nel DNA e non poteva arrendersi ad un problema burocratico….in quel momento il Team Italia partiva con -1 ma non ci siamo arresi….lo staff nazionale da una parte ed io a Dubai dall’altra abbiamo lottato per averlo con noi ed alla fine non potete immaginare la gioia immensa quando finalmente dopo numerose peripezie anche Gerald è arrivato in aeroporto. Ecco in quel momento, proprio in quel momento eravamo TUTTI INSIEME, era una vittoria dell’intero Movimento.
Dicci tre aggettivi per descrivere gli atleti Special Olympics che hanno rappresentato l’Italia nel 2019.
Incredibili, lo sono stati ogni giorno del mondiale, Consapevoli dell’opportunità e dei momenti sportivi e sociali che stavano vivendo, Unici l’energia positiva che circolava in quei giorni all’interno della delegazione era qualcosa di magico spingeva gli Atleti a mettersi in gioco nelle piccole e grandi autonomie e gli atleti Partner rappresentavano modelli imprescindibili e compagni di squadra capaci di scambi relazionali sorprendenti.
Dopo un’esperienza del genere come si torna a casa?
I primi giorni sono quelli più duri, hai accumulato stanchezza di giorni intensi in cui hai avuto diverse responsabilità e situazioni da gestire al meglio, senti la mancanza degli Atleti di ognuno di loro, dal più piccolo al più grande . Poi subentra la consapevolezza dell’enorme carico di esperienza che devi necessariamente riversare nei confronti di tutte le persone che conosci. Non puoi tenere quel ricordo, sensazione e forza dentro di te. Devi far in modo che tutte le persone che ti circondano siano in qualche modo coinvolte. I processi di cambiamento hanno bisogno di tempo di essere prima assorbiti e poi consolidati per essere infine rappresentati come modelli.
Vedi io ho iniziato tanti anni fa come semplice volontaria a Pescara e da allora non ho mai smesso di SENTIRE la forza del Movimento dentro di me, si dice il primo amore non si scorda MAI. Ecco ogni Atleta che ho conosciuto in oltre 30 anni di vita all’interno del Movimento e come docente ha rappresentato un momento nel quale sono stata chiamata a testimoniare, a dimostrare come Special Olympics riesca ad entrare nella vita delle persone con disabilità intellettiva valorizzandone la persona non soltanto attraverso lo sport ma interagendo in sinergia di intenti con tutte le figure che ruotano intorno ad essa per una piena inclusione sociale. Come? Allargando gli orizzonti, non ponendo ostacoli.
Grazie Stella.