“Gemma ci ha sconvolto la vita, si, ma in positivo!”

“Un fratello è un amico donato dalla natura”…queste parole, qualche anno dopo l’arrivo di Gabriele, il nostro primo figlio, ci hanno spinto a metterci all’opera…

Non avevo mai pensato alla possibilità di avere un figlio disabile, con problematiche…ho affrontato le mie due gravidanze con positività, senza particolari paure, con le classiche preoccupazioni di tutte le mamme…

Quando ci è stato detto che la creaturina che era dentro di me avrebbe potuto avere qualche difficoltà non ci siamo lasciati prendere dalla paura e dallo sconforto, aiutati nei mesi successivi anche dal fatto che le ecografie di routine erano perfette…il mio ginecologo mi diceva che avrebbe potuto avere la sindrome di Down o problemi cardiaci ma poi si stupiva anche lui ogni volta…e questo ci dava forza…

Abbiamo preferito tenere per noi queste preoccupazioni, evitando di mettere in ansia le nostre famiglie…abbiamo condiviso solo con mio fratello e mia cognata, non avendo Gianluca fratelli…loro ci consigliavano di fare l’amniocentesi solo per arrivare più preparati possibile al giorno in cui avremmo conosciuto questa nuova vita…

Io, da sempre contraria, anche di Gabriele non avevo fatto questa indagine, mi sono opposta e per la prima volta forse nella mia vita mi sono completamente affidata al Signore, se era questo che voleva per noi avremmo accolto con amore questa nuova vita che era stata così pensata x me, Gianluca e Gabriele…

Intanto ci è stato comunicato che si trattava di una femminuccia…ci siamo messi alla ricerca di un nome che potesse racchiudere quello che lei era per noi tre…nostra intenzione era scegliere il quarto nome che iniziasse con la G…così abbiamo scelto GEMMA!

 

In campo medico ci è stato consigliato di interrompere la gravidanza, perché questa figlia “diversa” ci avrebbe sconvolto la vita…ci dicevano di considerare l’impatto che avrebbe potuto avere soprattutto su Gabriele…avevano ragione…Gemma ci avrebbe sconvolto la vita…si ma in positivo!

Ci ha aperto molte opportunità, fatto conoscere persone nuove, come il mondo Special Olympics che da fuori conoscevo perché la mia prof del Liceo, Silvia Merni, aveva da tempo intrapreso a Palestrina un proficuo rapporto con questo programma educativo basato sullo sport come possibilità di integrazione, e proprio a lei ho pensato quando Gemma è nata e con lei, dopo qualche anno abbiamo fatto i primi passi in questo mondo con lo Young Athletes, programma di inclusione che abbiamo portato nella scuola di Gemma.

L’augurio che più spesso noi mamme ci sentiamo fare da chi ci vede arrivare con il pancione è “purchè  sia sano”…bisognerebbe iniziare a dire “purchè sia felice”…splendido è un video su una recente giornata mondiale dove ragazzi con la sindrome di Down incoraggiano una futura mamma e le dicono che il piccolo che nascerà potrà fare tante cose ed essere felice…come tutti…

La salute ovviamente è la base, senza di essa si soffre, ma forse non è il bene supremo, abbiamo tutti diritto alla vita, non è solo appannaggio dei “perfetti”…mettere al mondo un figlio è un atto di fiducia cieca, non si hanno garanzie…

L’unica certezza è il nostro impegno di madri e padri…sono i figli a renderci tali, sono loro con le loro diversità a renderci unici…e l’Amore che noi nutriamo per loro è il motore di tutto…la storia di Eunice ce lo dimostra…l’amore di una sorella riesce a provocare una rivoluzione enorme…è necessario educare alla vita, per imparare ad accogliere come un dono quello che ci offre nell’arco della nostra esistenza…una strada che sembra chiusa apre invece a sentieri nuovi!

Di recente ho letto che in alcuni paesi europei come l’Islanda a breve non nasceranno più bimbi down e questo non perché la ricerca ha scoperto una cura per questa anomalia ma semplicemente perché i feti che presentano questa sindrome nella diagnosi prenatale vengono abortiti, e questo a causa della cultura del figlio perfetto. La loro scomparsa è una sconfitta per tutti. Il sogno di figli perfetti che senza sosta rincorriamo e perseguiamo non ci riscatterà dalla solitudine e dall’egoismo a cui abbiamo consacrato la nostra vita. Siamo ancora in tempo per fare un passo indietro.

Di strada ne è stata fatta molta da quando le persone con disabilità intellettiva, per vergogna, venivano nascoste in casa o peggio ancora rinchiuse in manicomi…ma molta è da fare ancora per arrivare ad una piena inclusione nella società…se penso al nostro futuro vedo Gemma parte integrante di questo mondo, vedo la sua vita piena di relazioni ed amicizie, vedo persone aperte che le vanno incontro, famiglie che non si lasciano spaventare dalla diversità ma comprendono che si tratta di una risorsa, di una opportunità, bambini che prendono per mano gli adulti per spiegare loro che le barriere non esistono…sono solo nelle nostre menti…nascoste dietro le nostre mille paure!

 

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