Ecco le capacità che non ti aspetti. Emergono anche grazie allo sport: La storia di Greta

“Mi chiamo Greta ho 30 anni ma non li dimostro. Questo è un handicap, infatti spesso mi chiedono come va a scuola o mi offrono le caramelle. Mi disturba un pò ma adesso mi sono abituata. La mamma mi dice che quando sono nata non pensava che potessi fare tutte le cose che faccio ma, soprattutto, non credeva di poter vivere  tutte quelle emozioni che sono arrivate grazie a me.”

Quando nasce un figlio con disabilità intellettiva tutto quello che avevi immaginato credi di doverlo cancellare – racconta la mamma di Greta, Maria Teresa.

L’impegno è notevole, le paure sono tante e, in qualche modo, ci si deve corazzare in questo mondo che ancora non è totalmente pronto a cogliere la diversità come l’occasione giusta per promuovere una cultura dell’inclusione. Allora, da genitore si indossa idealmente un’armatura per sopportare al meglio gli sguardi  fissi o le frasi poco piacevoli. A volte si stringono i denti, altre i pugni e si  passa oltre. Solo con il passare del tempo ci si rende conto che, proprio in quell’oltre, potranno arrivare tante meravigliose soddisfazioni.

E’ stata proprio Greta ad insegnarmi che si possono raggiungere moltissimi traguardi, piccoli e grandi, anche partendo da poco più di zero e da qualche difficoltà in più. La verità è che devi darti da fare, l’impegno è sicuramente maggiore per trovare chi ti può aiutare e in che modo. L’obiettivo è quello di trovare e coltivare le potenzialità che tutti possiedono ma che, nel caso delle persone con una disabilità intellettiva, non sono per nulla evidenti. Forse per questo  spesso sono in grado di sorprenderti anche di più.

“Sono sempre andata a scuola molto volentieri – racconta Greta – fino al diploma in un istituto professionale con indirizzo sociale. Nella cooperativa che frequento ora facciamo pittura su vetro, carta, legno per bomboniere o regali vari. Due giorni la settimana ho un’attività esterna di assemblaggio che mi piace anche perché incontro tante persone diverse. Mi piace scrivere, non sono molto brava a fare i conti ma registro le mie spese per le ricariche del cellulare e per il parrucchiere. Ho fatto tanto sport n ella mia vita: nuoto, equitazione, ho imparato a giocare a golf e per alcuni anni ho frequentato un corso di danza moderna. Oggi sono un’atleta Special Olympics grazie alla mia insegnante di educazione fisica, Ornella.”

La determinazione della famiglia di origine è importante – continua Maria Teresa -ma lo è anche la scuola e l’opportunità insita nello sport, tutta da cogliere. Abbiamo conosciuto Special Olympics grazie ad un’insegnante incontrata a scuola. Ci ha caldamente consigliato di provare ad inserire Greta nel team ASD Bresciana Nonsolosport. Abbiamo seguito il consiglio e abbiamo aperto per nostra figlia, e per noi genitori, le porte di un mondo sportivo ideale.

La prima volta che ho assistito ad una gara ho pianto tanto. Ho ammirato molte persone con disabilità intellettiva, le più diverse, e con i miei occhi ho visto come, per ognuna, esistesse in quel momento un’opportunità, uno sport possibile.

Ho ammirato tanto la capacità degli atleti, non solo sportiva, ma anche emotiva ed empatica.  Sanno abbracciarsi forte, non solo tra compagni di squadra,  ma con la stessa intensità, incredibile a dirsi, anche tra avversari. Ho visto con i miei occhi congratularsi per la vittoria senza gelosie o stupide invidie. Gli atleti Special Olympics, nella loro spontaneità, personificano i più alti ideali dello sport.

Si può pensare che accada tutto questo perchè non capiscono niente. Niente di più falso. Sanno invece  riconoscere bene il valore della medaglia, li ho visti anche arrabbiarsi  o restare profondamente delusi per una vittoria mancata, ma gli atleti Special Olympics lo sanno: la sfida è rivolta, più che verso l’altro, verso se stessi e i propri limiti.

Greta ormai è una veterana in Special Olympics, è autonoma perché sono 14 anni che fa sport e affronta le gare  con molta serenità e determinazione.

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L’opportunità di partecipare ai Giochi Mondiali di Abu Dhabi è assolutamente nuova per lei. Oltre ad essere orgogliosa per il suo percorso sportivo premiato è anche molto emozionata all’idea di andare in un paese così lontano e diverso culturalmente. Non solo per lei, è  meraviglioso anche per me, come madre, poter dire che mia figlia andrà ai Giochi Mondiali Special Olympics ad Abu Dhabi. Chi l’avrebbe mai pensato!??

“Io corro i 100 metri e, anche se non sono robusta – dice Greta – faccio anche getto del peso. Con emozione particolare andrò ad Abu Dhabi a rappresentare l’Italia ai Giochi Mondiali Special Olympics. Quando ho saputo della mia convocazione ho chiesto alla mamma se dovrò correre con il velo…

Speriamo vada tutto bene, sarà di certo speciale. Grazie Special Olympics per questa opportunità.

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