Berlino, 26 giugno 2023. Lo sport che più ci piace – quello che permette alle persone con disabilità intellettive di esprimersi e di confrontarsi con sé stessi giocando e sperimentando insieme a tutti gli altri- ha celebrato ieri sera a Berlino, in una magnifica festa conclusiva, andata in scena nella storica scenografia della Porta di Brandeburgo, la chiusura dell’edizione 2023 dei Giochi Mondiali Special Olympics. Uno show coinvolgente che, con un video emozionale, ha ripercorso i momenti salienti della manifestazione.
Nel corso della sfilata colorata e gioiosa delle 190 delegazioni partecipanti ai Giochi Mondiali in Germania i vessilli di ogni paese sono stati presentati da un atleta e da un allenatore di ogni paese nel medesimo ordine della Cerimonia di Apertura. Ha aperto la Grecia, custode del fuoco Olimpico ed ha chiuso la Germania, paese ospitante dei Giochi. Dalla Pariser Platz, attraverso la Porta di Brandeburgo, sono giunti sul palco tramite una rampa, tutti riuniti a simboleggiare l’amicizia e l’unità tra i popoli, grazie al potere straordinario dello sport.
Alle celebrazioni hanno fatto seguito i saluti ufficiali pronunciati da Tim Shriver, Presidente di Special OIympics International, figlio di Eunice Kennedy- sorella minore di JFK- la donna che negli anni Sessanta intuì, per prima, la potenzialità dello sport come strumento principe nell’auto affermazione delle persone con disabilità intellettive.
Mary Davis e l’iconica Atleta Loretta Claiborne, con le sue 26 maratone alle spalle e in questa edizione impegnata nel tennis, in rappresentanza del board internazionale hanno dichiarato la chiusura ufficiale dei Giochi.
Il culmine della serata è giunto quando, ammainata il simbolo di questa edizione, il Ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi, al fianco del Sindaco di Torino Stefano Lo Russo, alla Presidente del Comitato Organizzatore Locale Torino 2025 Patrizia Sandretto Re Rebaudengo ed Alessandro Henry– piemontese grande protagonista nell’atletica sui 5mila e 10mila metri, in rappresentanza degli atleti Special Olympics Italia coinvolto nella Cerimonia di Flag Handover- hanno ricevuto il testimone dal momento che i prossimi Giochi Mondiali Invernali si svolgeranno per la prima volta in Italia, a Torino dall’ 8 al 16 marzo, 2025.
Dal palco il Ministro Abodi in un discorso molto sentito, ha invitato tutte le delegazioni mondiali a presenziare agli Special Olympics Winter Games Torino 2025, esordendo:” “È fantastico sentirsi oggi con tutti voi nel cuore del mondo -ha detto il nostro Ministro in rappresentanza del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e di tutto il Governo italiano – che emozione vedere la vostra gioia. Sono onorato di portare il messaggio dell’Italia intera. Ci impegneremo tutti insieme per condividere la missione di Special Olympics per fare del mondo un posto migliore in cui regni la pace, sull’esempio dello spirito olimpico che gli Atleti vivono ogni giorno. Faremo tutto il possibile perché questo si avveri, consapevoli che il futuro è qui e che dovremo vincere insieme ogni forma di discriminazione. Siete tutti invitati a Torino, nel 2025, a presto!”
Sempre il Ministro, ieri a margine di un ricevimento su invito dell’ Ambasciatore, Armando Varricchio all’Ambasciata Italiana a Berlino a cui ha partecipato accompagnato da: il Sindaco di Torino Stefano Lo Russo, il Presidente di Special Olympics International Tim Shriver, la Chief Executive Officer di Special Olympics Mary Davis, gli atleti Alessandro Henry, Alice Beccari e l’atleta partner Diego Abbatangelo, aveva commentato: ”È bello essere qui a Berlino per la chiusura dei Giochi. Mi manca l’emozione più grande, affidata all’apertura alla collega Alessandra Locatelli, del godersi le gare sul campo. Aspetterò i prossimi Mondiali a Torino, fermo restando che l’impegno di Special Olympics è costante, quotidiano. Ogni volta che incrocio gli atleti Special Olympics trovo rinnovato entusiasmo, dal di dentro, nel portare avanti la mia missione”. E ancora: “ Auspico che questi grandi avvenimenti non servano solo ad accendere spot di luce solo in occasioni sporadiche e nelle giornate di gara, ma che siano una sollecitazione, uno sprone al rinnovo di un impegno quotidiano. Devono generare senso di responsabilità nelle Istituzioni per far sì che la vita di queste persone, delle loro famiglie possa trovare un sollievo. Servono attenzione, presenza e rispetto, ascolto.. a volte una carezza!”.
Il sindaco di Torino Stefano Lo Russo ha sottolineato come :” Questa splendida edizione tedesca sia un perfetto viatico per l’edizione di Torino 2025. Vogliamo che sia non solo una grande evento sportivo, attrattore turistico, culturale e promozionale per Torino ma diventi anche il simbolo della cultura dell’inclusione e del coinvolgimento fattivo. Io sono convinto che l’iniziativa vada ben oltre lo sport e serva a lanciare segnali importanti a livello sociale”.
Poi tutti a cantare con il brano “You gotta fight” interpretato da Giovanni Signorato e Camilla Fascina prima dello spettacolo di fuochi d’artificio su Berlino, una volta spenta la fiamma. Riecheggerà quindi presto anche in Italia il giuramento che ogni atleta pronuncia prima di ogni competizione:” Che io possa vincere ma, se non riuscissi, che io possa tentare con tutte le mie forze!”. Un messaggio di speranza, di forza e di autodeterminazione applicabile allo sport come ad ogni ambito della propria vita. La filosofia che muove Special Olympics nel mondo: che ogni atleta possa vivere le gare a cui partecipa con gioia, amore per lo sport e, sì con il desiderio di salire sul podio più alto, ma al di là delle medaglie conquistate, di poter gareggiare mettendosi alla prova con sè stesso/a. La metafora della vita insegna che vincere significa impegnarsi sapendo di aver dato il meglio. Ma è la strada ad essere importante, non la meta!
Ieri è stata anche la giornata in cui l’Italia ha conquistato la medaglia d’argento nel Basket 3X3 femminile..
L’Italia del basket femminile ha vinto un argento, piazzandosi seconda dopo la Lituania col punteggio di 5-3. Un argento, questo, che vale tantissimo, nel primo livello, all’esordio assoluto del Basket 3 contro 3 in Special Olympics Italia. Due voci in rappresentanza della squadra;
Karidija Kone, 23 anni, emiliana, è felicissima e sente già nostalgia di Berlino. Qui ha trovato nel torneo (non nel suo girone) le Atlete della Costa d’Avorio, paese d’origine della sua famiglia. Ballano le sue treccine colorate mentre lei si batte con coraggio sotto il tabellone del Playground di Alexanderplatz e conquista rimbalzi che poi regala alle sue compagne. I Giochi di Berlino: il sogno più bello. Lo sport e Special Olympics sono due cose che contano nella storia di Karidija:
“È fantastico stare qui – spiega l’Atleta del Dream Team Piacenza- la cerimonia di apertura mi ha fatto sentire al centro del mondo. Tutta questa gente, tutti questi colori, le bandiere. A casa mia si parla anche francese ma qui ci sono tutti gli accenti del mondo. Mi piace viaggiare, scoprire cose nuove e conoscere gente. Giocare a basket con la maglia dell’Italia mi sta regalando tantissime emozioni”.
Francesca Elda Marini, 22 anni, da 5 playmaker dell’Aps Oltre Roseto alla convocazione ai Giochi Mondiali Special Olympics di Berlino 2023 nella formazione azzurra del basket femminile 3 contro 3. “Lo sport- dice mamma Daniela- credo l’abbia aiutata molto a diventare sicura di sé e a prendersi le sue responsabilità. Ha sempre vissuto i momenti di gioco con grande determinazione”.
Con il basket inclusivo di Special Olympics e l’associazione Oltre ha trovato la dimensione più adatta a lei, dove imparare e mettersi al servizio della squadra, aiutando tutti a crescere insieme.
“Oggi lei è anche una studentessa universitaria – racconta ancora la mamma – e vuole laurearsi in Scienze Motorie a Chieti. Contemporaneamente svolge il servizio civile un una cooperativa che si occupa del trasporto di persone con disabilità. È anche assistente allenatore in una squadra di mini basket e ha tantissimi amici. Insomma, è una ragazza che si dà da fare”.
Il giorno in cui le è arrivata la convocazione a Berlino lei e tutto il suo team, col presidente Paolo Di Bonaventura e la sua allenatrice – che si chiama proprio come lei- Francesca Marini, hanno festeggiato. Oggi, con un argento al collo, un motive in più per fare festa.
Carlo Mischiatti, dice nel post partita:” La vittoria ti fa ricordare, è come una fotografia. Però la sconfitta rimane principalmente a te e ti insegna nel profondo. E ti sprona, il giorno dopo, ad allenarti ancora di più!”. Quanta saggezza in Carlo.
Carlone (per la mole) 19 anni da Torino, è un ragazzo di diciannove anni. Ha una spiccata personalità, coltiva molti hobby e nel 2019 il presidente Mattarella lo ha nominato Alfiere della Repubblica per i suoi grandi meriti sportivi e umani. Le sue sono parole di consapevolezza: “La disabilità è un concetto strano. Non dico che sia scomparsa, ma che si stia schiarendo. Prima era di un nero scurissimo. Ora la società ha compreso che ognuno può diventare una colonna portante. Anche noi atleti abbiamo qualcosa da insegnare e nei nostri confronti c’è più fiducia. Questo adesso è il mondo, è così che gira”.
Lo sport di Special Olympics gli ha regalato autonomia: “Siamo portati a guardare alla disabilità come a un difetto – spiega Carlo – ma credo sia sbagliato. Per la mia è come se avessi un interruttore che mi aiuta a spegnerla. Lo sport me l’ha fatto capire: quello che succede sul campo di basket, quando c’è frustrazione e tu riesci a dominarla perché la conosci, quando c’è tensione per il risultato e la bravura degli avversari, e tu sai essere freddo. Quello che mi aiuta è il far parte di una squadra.
Arturo Fasulo, 28 anni della provincia di Treviso, è un “basket taro” purosangue, come si conviene agli atleti di questa zona del Veneto, dove la pallacanestro è religione. È sposato con Laura, hanno un bimbo di 2 anni, Renato, e insieme condividono anche la grande passione per lo sport. “Quando Andrea, l’allenatore di Arturo che è con lui in Germania, gli ha comunicato della convocazione – ricorda Laura – mio marito non ha accettato subito, anche se era felicissimo, perché ha voluto condividere questa scelta con me. Io conosco Special Olympics e la bellezza dello sport unificato, quindi gli ho suggerito di accettare, perché certe opportunità vanno prese al volo”. E, diciamolo, scelta azzeccata!!
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