“Abbiate fiducia nei vostri figli”

Abbiate fiducia,  anche quando il giudice onorario del Tribunale dei Minori, peraltro neuropsichiatra  infantile,  nel proporvi l’adozione di  vostro figlio di undici mesi, vi dice: “È un fortissimo prematuro, attualmente ha gravi problemi di salute e il futuro neurologico è un’incognita”.
Abbiate fiducia, anche se, quando lui ha 4/5 anni, la neurologa della ASL, visitando vostro figlio che ancora dice pochissime parole,  “con grandissimo tatto” vi dice con molta sicurezza che lui non potrà  fare niente nella vita.

Abbiate fiducia  anche quando le diagnosi parlano di ritardo cognitivo,  quando i test sul suo quoziente  intellettivo  non sono confortanti.
Abbiate fiducia  anche quando lo portate alla sua prima scuola di calcio a 8 anni e, alla sua prima amichevole  assolutamente non competitiva, il suo allenatore fa giocare  tutti tranne lui, che, a fine partita,  vi dice sconsolato:”Partita finita, io niente”.
Abbiate fiducia,  anche quando lo portate alla scuola di basket e lui inizialmente fa punti nel canestro sbagliato, salvo poi diventare atleta Special Olympics di basket 3 contro 3  e, a 11 anni, andare, senza alcun assistente,  una settimana  al campus di basket in Abruzzo  da solo con la sua squadra.
Abbiate fiducia, anche quando avevate dubbi su come potesse seguire  il catechismo  per la prima comunione e poi, il giorno  della stessa, quando il parroco Don Giampaolo  legge le letterine che i bambini  avevano scritto in ritiro senza rivelare l’autore, fa l’unica eccezione con Maurizio,  facendolo salire sull’altare e presentandolo “faccio l’eccezione perché lui è l’emblema della gioia!” e lui, col suo travolgente sorriso, che saluta la chiesa strapiena.
Abbiate fiducia,  anche quando qualche mamma di suoi amichetti si decide, preoccupatissima, ad invitarlo a qualche festa e poi, meravigliata, vi fa i complimenti per la sua educazione,  solarità e autonomia.

Abbiate fiducia,  anche quando  alle superiori vi dicono già all’atto dell’iscrizione alla prima classe  che lui non potrà avere il diploma,  siete poi preoccupatissimi di fargli fare un esame di Stato un minimo adeguato e lui, all’orale, con 6 compagni e qualche professore accorsi per fare il tifo per lui, fa letteralmente lo show, tenendo banco alla Commissione e tiranneggiando l’insegnante di sostegno che deve mandare avanti le slide della tesina,  fino a prendere 98/100.
Abbiate fiducia,  anche se siete preoccupatissimi  di mandarlo alle vacanze INPS in Spagna, cercate improbabili soluzioni tecnologiche per eventualmente individuarlo a distanza e poi, già in aeroporto alla partenza,  vi rilassate perché lui, col suo magico sorriso,  dopo 5 minuti ha già fatto amicizia con tutti,  alla fine ci andrà per 4 anni consecutivi,  fino ad andare una volta in discoteca a Valencia, senza assistente, insieme ai suoi coetanei conosciuti solo da qualche giorno.
Abbiate fiducia,  anche quando,  una volta finito il ciclo scolastico,  brancolate  preoccupati tra i vari centri  professionali,  alcuni vi scoraggiano dicendo che lui difficilmente potrà fare degli stage lavorativi,  alla fine lo iscrivete ad uno, poi vi capita di parlare con un angelo, nella fattispecie il proprietario di un negozio di frutta sotto casa vostra, tastando il polso sulla sua disponibilità ad accoglierlo in uno stage e, fantastica sorpresa,  lui vi abbraccia dicendo che si sarebbe offeso se non gli aveste mandato Maurizio a fare lo stage.
Abbiate fiducia, anche quando siete preoccupati che lui possa comunque affrontare uno stage lavorativo in un negozio,  a causa del suo deficit cognitivo e della spiccata disprassia,  ovvero la difficoltà nelle attività, tra cui la manualità e il linguaggio e poi, al secondo giorno di lavoro,  lo vedete sicuro infilarsi i guanti e avviarsi a selezionare le arance o le mele.

Abbiate fiducia, anche quando avete voi paura che lui possa affrontare questa grande novità,  vi chiedete, sarà felice, rispetterà le regole lavorative, i compagni di lavoro,  i clienti,  e poi lo vedete la mattina sorridente, smanioso di iniziare la giornata lavorativa,  affrontare questa nuova vita come sempre ha affrontato tutto.  Col sorriso,  felice di stare in mezzo agli altri, contento di fare qualcosa in autonomia,  e poi sentire, già al secondo giorno,  l’angelo, il suo datore di lavoro,  che quasi commosso vi dice che vostro figlio è  eccezionale,  che ha portato il sorriso e la gioia al negozio,  che accoglie i clienti disponibile e sorridente,  gli fa e vi manda i video mentre lui lavora, fino a dirgli :”Maurizio,  mi sa che a scuola non ritornerai, resterai a lavorare con noi!”

Abbiate fiducia,  perché  noi forse non sempre abbiamo creduto in lui, ma lui è eccezionale e ha sempre superato le nostre aspettative.
Abbiate fiducia, perché  molti, non conoscendoci bene e vedendo solo le sue difficoltà,  ci guardano ora commiserevoli,  ora diffidenti, ma non sanno che lui, da quando circa venti anni fa è  venuto da noi, dopo undici mesi trascorsi tra l’ospedale e la casa famiglia,  ci ha cambiato,  stravolto, rivoltato la nostra vita in MEGLIO donandoci sì preoccupazioni,  difficoltà,  paure, ma soprattutto GIOIA, FELICITÀ,  AMORE.

 

Paolo Catapano, il papà di Maurizio

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